La difesa della Eternit chiede lo spostamento del processo

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Spostare il processo Eternit a Napoli o a Casale Monferrato. Questa una delle numerose richieste che le difese hanno presentato oggi alla Corte d’Appello di Torino. Secondo l’avvocato Cesare Zaccone, difensore del barone belga Louis de Cartier – condannato in primo grado insieme al magnate svizzero Stephan Schmidheiny a 16 anni di carcere per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche – la competenza non può essere del tribunale di Torino perché i fatti contestati ai due imputati cominciano nel 1952, mentre Eternit acquisì la fabbrica di Cavagnolo, nel Torinese, solo l’anno successivo. A Napoli-Bagnoli e Casale Monferrato, invece, la multinazionale dell’amianto aveva due stabilimenti importanti.
Non è la prima volta che la difesa degli imputati cerca di spostare il procedimento per le morti alla Eternit lontano dal capoluogo piemontese.
Nel 2010, nel corso del processo di primo grado, i legali di Schmidheiny e de Cartier infatti avevano chiesto lo spostamento del procedimento a Genova, città che fu sede della Eternit Spa. In quel caso, però, il collegio giudicante presieduto da Giuseppe Casalbore non aveva accolto la richiesta, mantenendo il processo a Torino.

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Redazione InSic

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