La Procura di Torino sta concludendo una verifica epidemiologica sulla storia sanitaria dei dipendenti dello stabilimento siciliano della multinazionale dell'amianto. Il Consiglio regionale della Regione Lombardia, intanto, ha impegnato la giunta a individuare il patrimonio dell'ex ad Schmidheiny, di recente condannato in appello
Un nuovo filone d'inchiesta si aggiunge nel caso Eternit
Dopo le indagini condotte sugli stabilimenti di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli, la procura di Torino sta indagando anche sulla fabbrica di
Siracusa della multinazionale dell'amianto. Al momento - secondo quanto trapela da ambienti giudiziari - è in corso un'indagine epidemiologica che avrebbe evidenziato circa
130 decessi dovuti a patologie legate
all'esposizione all'asbesto.
I magistrati guidati da
Raffaele Guariniello sembrano, dunque, non essere intenzionati ad abbassare la guardia su nessun fronte. A Siracusa l'attività dello stabilimento Eternit è stata vagliata da un processo terminato, per ora, con delle
assoluzioni in appello
annullate dalla Cassazione. Ma questo solo per gli
aspetti civilistici. Guariniello e i suoi collaboratori hanno aperto, così, un filone autonomo di accertamenti e hanno acquisito il libro matricola della filiale per cominciare a ricostruire la storia sanitaria dei dipendenti.
Nel corso dell'inchiesta epidemiologica sono state prese in
esame 900 persone (la cosiddetta "coorte", definita in sociologia come un insieme di persone che vivono uno stesso evento nello stesso momento) di cui
420 decedute: fra queste ultime, circa 130 sono state colpite da
patologie collegabili direttamente all'esposizione all'amianto come il mesotelioma pleurico e l'asbestosi. I dati sono comunque ancora provvisori.
Solo alla Regione Piemonte 20 milioni di risarcimento danni
Per quanto riguarda, invece, la recente condanna in appello a 18 anni di reclusione dell'imprenditore svizzero
Stephan Schimdheiny, ex amministratore delegato, il consiglio regionale della Regione Piemonte ha impegnato la giunta presieduta da
Roberto Cota a promuovere un'attività di ricerca al fine di
individuare il patrimonio mobiliare e immobiliare dell'ex manager per la riscossione dei
20 milioni di risarcimento danni che spettano all'ente