
Nella giornata del
26 aprile 2013, si sono verificati
due diversi incendi che hanno coinvolto polveri combustibili: il primo
a Roccarainola, nel napoletano in un deposito di magnesio e l'altro
a Torino in una fabbrica per la lavorazione dei metalli.
Nel caso dell'incendio di Roccarainola è andato a fuoco
un capannone di 400 metri quadrati che fungeva da
deposito di magnesio: per sedare le fiamme è stato necessario l'ausilio anche di
un mezzo aereo per spargere polvere: il magnesio infatti produce una combustione che non può essere spenta con l'acqua.
L'incendio del torinese, ha invece coinvolto una fabbrica che si occupa di
lavorazione di metalli a Lombardore: nelle operazioni di spegnimento si è infortunato un Vigile del fuoco.
In fiamme i sacchi di polvere di alluminio, pertanto, anche in questo caso
non è stato possibile usare l'acqua per lo spegnimento. In questo caso è stato riscontrato un malfunzionamento dell'impianto di aspirazione delle polveri.
Come si protegge un'attività che tratta polveri combustibili? Per conoscere il rischio e prevenirlo, suggeriamo
l'articolo di G. Tripi:
"Polveri combustibili, il rischio è in agguato", pubblicato sulla Rivista Antincendio e disponibile in allegato, che fa il punto sulle
attività a rischio esplosione e sulle possibili misure di precauzione.
L'articolo, anche
alla luce del DPR 151/2011 riporta la Classificazione dei luoghi con presenza di atmosfere esplosiva,
le caratteristiche del materiale combustibile ed individua le possibili sorgenti d'emissione.