Nanomateriali: dall’ETUI una guida pratica ai rischi per i lavoratori

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I ricercatori dell’ETUI (European Trade Union Institute) hanno pubblicato e diffuso un opuscolo dal titolo: “Nanomaterials and workplace health&safety. What are the issues for workers?“(in allegato alla notizia) che fornisce diverse informazioni sulle nanotecnologie e sui loro effetti per la salute sui lavoratori esposti.

ETUI, crescono gli impieghi di nano materiali

La pubblicazione è stata costruita con i dati raccolti negli ultimi anni ed ha l’obbiettivo di comprendere come i nano materiali impattano sulla salute dei lavoratori: vengono quindi suggeriti miglioramenti al quadro legislativo, e proposte soluzioni pratiche per i sindacati e gli operatori di medicina del lavoro al fine di garantire una migliore prevenzione ed attuare la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti.
L’ETUI ricorda che i nano materiali sono in arrivo sul mercato in una gamma sempre più ampia di impieghi ed a un ritmo vertiginoso, ma il quadro normativo europeo è sui nano materiali è ancora incompleto, non si conoscono pienamente i rischi per chi tratta questi materiali ed i test sugli animali lanciano segnali di allarme circa la tossicità di alcuni di essi.

Nano materiali ed esposizione sul lavoro

Nella prima parte dell’opuscolo, l’ETUI identifica Nano materiali e nano prodotti presenti sul mercato, e soprattutto quelli presenti sui luoghi di lavoro. In questo contesto l’Istituto sottolinea che a livello europeo Germania e Danimarca hanno provveduto a creare delle “banche dati” dei prodotti contenenti nano materiali: nel settembre 2012 il Danish Environmental Protection Agency ha sviluppato un database le cui informazioni dovrebbero orientare nel 2013 un decreto ministeriale che faccia il punto sui rischi per la salute e l’ambiente. Anche la Germania sta lavorando ad un progetto simile e intende “tracciare” la fabbricazione, importazione o l’immissione sul mercato dei nano materiali ai fini della stma della potenziale contaminazione dei lavoratori.

Come difendersi dai nano materiali

La seconda parte dell’opuscolo è dedicato all’organizzazione delle misure di prevenzione e protezione: ETUI identifica le attività maggiormente a rischio ed indica gli strumenti a tute la dei lavoratori. Si passa dai riferimenti alla normativa REACH che non riguarda specificamente i nano materiali ed interagisce strettamente con la direttiva quadro delle sostanze chimiche 89/391/CEEe con la direttiva 98/24/CE per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, passando per informazioni tecniche e organizzative, sugli indumenti protettivi, sottolineando comunque come l’intera struttura aziendale dovrebbe prendere atto del rischio da esposizione a nano materiali.
Sorveglianza sanitaria dei lavoratori
Molto interessante infine, l’ultima parte dell’opuscolo che analizza la possibile sorveglianza dei lavoratori esposti a nano materiali: l’ETUI cita l’esempio della Francia che attraverso l’Istituto per la sanità pubblica di vigilanza (InVS) sta realizzando un sistema di sorveglianza epidemiologica per i lavoratori professionalmente esposti ai nano materiali ingegnerizzati, di prossima approvazione. In particolare è stato scelto di verificare l’esposizione a due nano materiali ingegnerizzati i nano tubi di carbonio e di biossido di nano-titanio, svolgendo una valutazione in loco e individuando i posti di lavoro e le mansioni che comportano maggiormente un’esposizione pericolosa.

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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